Progetto EasyWay
Il Progetto EasyWay
Dal sito www.easyway.vodafon.it riportiamo l’informativa sul progetto EasyWay che è uno strumento semplice e a disposizione di tutti per migliorare l’informazione sull’accessibilità dei luoghi pubblici.
Anche tu puoi segnalare o valutare l’accessibilità dei luoghi pubblici
l progetto
Molte strutture di pubblica utilità e di intrattenimento delle nostre città presentano ancora numerose barriere architettoniche, ma le tecnologie e lo spirito di partecipazione dei cittadini possono offrire nuove opportunità per superarle.
Per decidere se andare o meno in un determinato luogo, le persone con disabilità devono sapere prima se la loro meta è accessibile oppure no.
Questo progetto, sviluppato con il supporto e l'esperienza della rete associativa della FISH - Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap, vuole contribuire a migliorare le informazioni a disposizione, dando a chi userà i dati la possibilità di diventare a sua volta un generatore di informazioni per tutta la comunità. In questa prima fase sono state fatte delle rilevazioni partendo dalle città di Roma e Milano ma con il tuo contributo, possiamo coprire tutta l'Italia.
Il progetto infatti consiste in un'applicazione per smartphone e in un sito, due strumenti che ti consentono di esprimere la tua valutazione di accessibilità rispetto a uno o più punti di interesse.
Affidiamo l'inserimento delle valutazioni di accessibilità alla comunità degli utenti: ciascuno può diventare protagonista e attivarsi in prima persona per aumentare e migliorare il numero di informazioni.
Per ogni punto di interesse che vuoi segnalare (ad esempio un ristorante, un albergo, un museo ecc), puoi esprimere sia una valutazione di accessibilità generale, sia una valutazione specifica sugli spazi della struttura (Parcheggio; Entrata; Spazi interni; ecc.) in relazione a una o più tipologie di disabilità motoria scelte in base alle tue competenze (carrozzina elettronica; carrozzina manuale senza accompagnatore; carrozzina manuale con accompagnatore; difficoltà di deambulazione).
Non è ancora attiva la rilevazione e la segnalazione delle particolari barriere esistenti per lepersone con disabilità di tipo sensoriale, ma l'obiettivo è di crescere e migliorare giorno dopo giorno.
Oggi chi vuole consultare le informazioni presenti nella banca dati, può cercare un punto di interesse nella città e leggere la valutazione di accessibilità che gli è stata attribuita da un altro utilizzatore.
È importante che la comunità delle persone con disabilità, dei loro familiari, amici e operatori si attivi in prima persona per arricchire le mappe di un numero via via crescente di valutazioni di accessibilità, fornendo alla comunità stessa gli spunti per vivere le città in modo pieno ed appagante.
Quelli delle truffe Parcheggi
Guida alle Agevolazioni Fiscali
Consulta Regionale 13 giu 2013
Per opportuna conoscenza riportiamo il comunicato stampa presentato dall’Associazione “Luca Coscioni” sulla Consulta regionale tenuta ad Ancona il 13/06/2013 alla quale ha partecipato anche l’Aniep che collabora spesso con la cellula di Ancona dell’Ass.ne Coscioni.
Comunicato stampa
Ancona 13 giugno 2013
OGGETTO: Consulta della Regione Marche per la disabilità
L’ Associazione Luca Coscioni, dietro l’invito di Roberto Zazzetti, presidente della Consulta Regionale per la disabilità della Regione Marche, ha partecipato alla riunione della Consulta tenutasi ad Ancona, martedì 11 giugno alle ore 15,00, alla Sala Raffaello presso la Sede della Giunta Regionale delle Marche.
L’occasione è servita per illustrare alla Consulta e ai vari rappresentanti delle associazioni che ne fanno parte, le potenzialità offerte dalla legge n° 67 del 2006 avente per oggettola tutela giudiziaria contro le discriminazioni delle persone con disabilità.
Sull’argomento dopo una breve introduzione di Renato Biondini, Segretario della cellula di Ancona dell’Associazione Luca Coscioni è intervenuto l’avvocato Alessandro Gerardi, Consigliere Generale dell’Associazione Luca Coscioni, che ha illustrato le grandi potenzialità offerte dalla legge 67 del 2006 per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni.
L’avv. Gerardi ha fatto presente che purtroppo questa legge è sconosciuta anche dalle stesse associazioni dei disabili e ha invitato tutti a far ricorso a questo strumento giudiziario per la tutela dei propri diritti, perché documentata la discriminazione (per esempio con foto che illustrano la presenza di barriere architettoniche) la vittoria della causa è quasi certa; ma non solo: è da tener presente anche che la durata del procedimento è molto più breve dei normali iter e prevede anche un risarcimento economico in favore del disabile vittima di discriminazione.
E’ stata invitata a prendere la parola anche Lucia Giatti, disabile motoria di San Paolo di Jesi che, difesa dall’avvocato Alessandro Gerardi, ha intentato e vinto una causa contro le Poste Italiane, in applicazione della legge 67 del 2006, perché l’ufficio postale del suo Comune era inaccessibile per la presenza di barriere architettoniche.
Lucia Giatti ha testimoniato la sua vicenda personale ricordando tra l’altro che era stata eletta consigliere comunale di San Paolo di Jesi e che si è dovuta dimettere perché non poteva accedere agli uffici e alla sala del Consiglio comunale. Anche in questo caso è stata intrapresa una azione giudiziaria contro il Comune, sempre in base alla legge 67 del 2006, per la quale, a breve, si attende la decisione/ordinanza del giudice.
Per Lucia Giatti e per l’Associazione Luca Coscioni è fondamentale che le persone con disabilità intraprendano tutte le azioni legali per tutelare i loro fondamentali diritti. Invitiamo pertanto le persone con disabilità che si sentono vittime di discriminazioni a sfruttare le grandi potenzialità di questa legge 67 del 2006, magari rivolgendosi ai consulenti legali all’Associazione Luca Coscioni, come l’avv. Gerardi.
Renato Biondini segretario cellula di Ancona ass. Luca Coscioni
tel 071/780399 cell. 339 6035387 email This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Poste Condannate
Alessandro Gerardi
Poste italiane condannata per aver discriminato una disabile
13-05-2013
Tempo fa una ragazza disabile residente in una cittadina in provincia di Ancona si è rivolta al responsabile dell’Associazione Luca Coscioni a Jesi (Renato Biondini) denunciando la presenza di alcune barriere architettoniche che non le consentivano di accedere nell’unico ufficio postale esistente nel suo paese. In particolare Lucia (questo il nome della donna) sosteneva di trovarsi da più di dieci anni nella impossibilità di recarsi personalmente alla posta per movimentare i propri risparmi, fare e/o ritirare raccomandate, effettuare pagamenti etc.., in quanto l’entrata dell’ufficio postale è ostruita da cinque ripidi scalini che non consentono il passaggio con la carrozzina. Paradossalmente nei pressi di quegli stessi scalini era stato installato un servoscala che il vecchio proprietario di un appartamento posto lì accanto (a sua volta disabile) aveva fatto costruire, ma si tratta di un marchingegno guasto e in disuso da moltissimi anni, in pratica da quando è morto colui che lo aveva fatto installare. La vicenda è davvero paradossale, anche perché Poste Italiane aveva emesso poco più di un anno fa un francobollo celebrativo proprio in materia di abbattimento delle barriere architettoniche. Quando si dice la coerenza.
Vista la situazione, l’Associazione Luca Coscioni (in particolare Renato Biondini che, come detto, è il responsabile della cellula Coscioni della zona di Ancona e Jesi) ha deciso di assistere in giudizio Lucia e, tramite il sottoscritto, ha presentato un ricorso ex legge n. 67/2006 contro Poste Italiane S.p.A. chiedendo la condanna della società per comportamento discriminatorio, ciò ovviamente al fine di costringerla ad eliminare la barriera architettonica, fatto salvo l’obbligo per l’ente postale di risarcire il danno nel frattempo cagionato alla disabile.
Poste Italiane si è costituita in giudizio chiedendo il rigetto della domanda non tanto perché negasse l’esistenza delle barriere architettoniche (di fatto anzi la ammetteva apertamente), ma semplicemente sulla base del fatto che i funzionari postali nel corso degli anni si erano sempre dimostrati sensibili alle esigenze di Lucia, andando a casa sua per compiere le operazioni o andandole incontro fuori dall’ufficio per prendere direttamente dalle sue mani i bollettini. La stessa direttrice dell’Ufficio – sentita in udienza – ha sostenuto candidamente di aver sempre fornito tutta l’assistenza e l’aiuto possibili alla disabile, sicché non capiva proprio come si potesse citare in giudizio le Poste per “comportamento discriminatorio”.
Difendendosi in questo modo Poste Italiane ha dimostrato di avere un approccio “assistenzialistico” nei confronti dei diritti delle persone disabili, direi quasi “caritatevole”, quando invece il problema è semmai quello di garantire il rispetto della dignità e dei diritti dei portatori di handicap nell’ottica di una loro effettiva integrazione nella società, così come previsto dalla Costituzione italiana e dalle convenzioni internazionali. Da questo punto di vista a Lucia non interessa chiedere ai funzionari postali di andare a casa sua per aiutarla (il che peraltro la umilia non poco, tanto è vero che è capitato una sola volta); quello che invece vorrebbe è che le venisse garantito il diritto di muoversi liberamente, di poter uscire di casa e raggiungere autonomamente l’ufficio postale, senza con questo dover chiedere aiuto o assistenza a terze persone, proprio come capita a qualsiasi altro cittadino di questo Paese.
Chiusa la fase istruttoria in brevissimo tempo, il Tribunale di Jesi ha accolto il nostro ricorso dichiarando che il comportamento di Poste Italiane, apparentemente neutro, integra una vera e propria ipotesi di discriminazione indiretta posto che lo stesso ha costretto la persona disabile in una situazione di oggettivo svantaggio rispetto alle persone in grado di deambulare autonomamente. Il Giudice ha pertanto ordinato all’ente postale la cessazione dei comportamenti discriminatori mediante: 1) la messa in funzione del servoscala o l’installazione di altro idoneo apparecchio in grado di garantire l’accesso autonomo delle persone disabili all’interno degli uffici; 2) la corresponsione della somma di euro tremila alla persona disabile a titolo di risarcimento del danno patrimoniale dalla stessa subito.
Dopo aver ottenuto la condanna di Roma Capitale per la presenza delle barriere architettoniche presso i marciapiedi dove sono ubicate le fermate degli autobus, l’Associazione Luca Coscioni è dunque riuscita ad ottenere un altro importante successo nel campo dell’inclusione sociale senza limiti e senza barriere. Con le azioni civili anti-discriminazione intendiamo dimostrare che la disabilità è solo “un piccolo limite superabile”, mentre il vero dramma per le persone è il “non partecipare”, il “non poterci essere”. Rimuovere le barriere architettoniche oggi è possibile grazie agli strumenti offerti dalla legge n. 67/2006. Da questo punto di vista pochi sanno che Associazioni come la nostra possono fare moltissimo, costituendosi in giudizio in nome e per conto del disabile oppure promuovendo autonomamente il procedimento giudiziario in tutti i casi in cui la discriminazione assuma un carattere collettivo. Per le persone affette da disabilità motoria o sensoriale non è più tempo di elemosinare aiuti, ma di pretendere il rispetto dei propri diritti. Si può fare, basta volerlo.
Fonte Notizie Radicali del 13/05/2013