Inaugurazione Porto Storico
INAUGURAZIONE PORTO STORICO DI ANCONA
Il 26 luglio verrà inaugurata la zona del porto che va dall’arco di Traiano all’Arco Clementino, restituendo così alla città la parte storica dello scalo.
Oltre ad una nuova illuminazione che mette in risalto lo scenario composto dagli storici archi ed antiche mura, sono state rimosse tutte le reti che fino ad oggi ne impedivano la fruizione, trasformando questa parte di porto da luogo di lavoro a luogo pubblico.
La festa inizierà alle ore 18 con attività ludiche e laboratoriali, yoga della risata e molto altro, dedicati ai bambini. Si proseguirà con l’esibizione della “Mabò band , una delle più importanti street band di intrattenimento musical-comico italiane. Alle 22 circa inizierà il concerto di Giuliana De Sio, che proseguirà fino a tarda notte.
L'Autorità Portuale di Ancona ha predisposto l’accesso per le auto munite di regolare contrassegno disabili. Si entra dal Varco di Piazza della Repubblica ed è possibile parcheggiare nei tre stalli previsti al Molo Nord.
Sito di interesse: http://www.anconatoday.it/eventi/ancona-porto-antico-apertura-26-luglio-2015.html
La Redazione
Contrassegno Europeo
Dal 15 settembre 2015 i possessori del “vecchio” contrassegno disabili arancione, dovranno sostituirlo con il modello europeo
Il nuovo contrassegno rilasciato a partire dal 15 settembre 2012 è stato introdotto con il Decreto del Presidente della Repubblica n.151 del 30 luglio 2012, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 203 del 31 agosto 2012, ed è conforme al “contrassegno unificato disabili europeo” (CUDE) previsto dalla Raccomandazione del Consiglio dell’Unione europea 98/376/CE.
Il contrassegno europeo sarà quindi valido anche negli altri ventisette paesi aderenti all’UE, senza rischiare di subire multe o altri disagi per il mancato riconoscimento del documento rilasciato dall’autorità italiana.
I Comuni, hanno avuto quindi tre anni di tempo per sostituire il vecchio contrassegno con il nuovo modello europeo.
In questo periodo quelli già rilasciati restano comunque validi, mentre i nuovi contrassegni europei sono stati consegnati in occasione del rinnovo degli stessi.
Dal 15 settembre 2015 tutti i possessori del “vecchio” contrassegno disabili arancione, dovranno sostituirlo con il modello europeo.
Chiunque abbia la necessità di recarsi in un Paese dell’Unione Europea, prima di questa data e possiede ancora quello “arancione” deve necessariamente sostituirlo perchè è valido negli altri Stati solo quello Europeo.
E’ consigliabile rivolgersi al proprio Comune di residenza per richiederne tempestivamente la sostituzione.
Permessi Lavorativi Legge 104
Licenziamento disciplinare a chi utilizza i permessi della «104» per finalità diverse dall'assistenza
Quotidiano Enti Locali & PA
È legittimo il licenziamento disciplinare di un lavoratore che ha utilizzato per finalità diverse da quelle assistenziali i permessi di cui alla legge n. 104/1992. Lo ha stabilito
Secondo la Suprema corte, infatti, i permessi della legge 104 devono essere utilizzati esclusivamente per assistere il proprio familiare disabile grave, senza che il lavoratore possa utilizzare “parte del permesso” per finalità diverse rispetto a quelle previste.
Le disposizioni legislative in materia
L’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, per l’assistenza, l’integrazione sociale ed i diritti delle persone con handicap (in situazione di gravità), modificato dagli articoli 19 e 20 della legge n. 53/2000 e dall’articolo 24 della legge n. 183/2010, prevede che il lavoratore che assiste un parente o affine entro il terzo grado, ha diritto a fruire
In particolare, il diritto a fruire dei predetti permessi retribuiti può essere esercitato dai genitori (anche adottivi o affidatari), dai coniugi, dai parenti e dagli affini entro il 2° grado di familiari disabili in situazione di gravità.
È possibile l’estensione del diritto “dal secondo al terzo grado” di assistenza della persona con disabilità in situazione di gravità solo nell’ipotesi in cui i genitori o il coniuge della persona in situazione di disabilità grave abbiano compiuto i 65 anni di età ovvero siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o assenti.
Per quel che concerne invece i lavoratori disabili in situazione di gravità, questi possono beneficiare alternativamente di riposi orari giornalieri di 1 ora o 2 ore a seconda dell’orario di lavoro o dei tre giorni di permesso mensile.
Il diritto del dipendente ad assentarsi dal posto di lavoro nelle ipotesi sopra menzionate discende quindi direttamente da disposizioni di legge, per cui è applicabile indistintamente sia nel lavoro privato che in quello pubblico.
Le clausole di alcuni contratti collettivi nazionali di lavoro consentono al lavoratore, in via alternativa, di fruire in maniera frazionata ad ore i 3 giorni di permesso di cui all’articolo 33, comma 3, con un limite
La sentenza n. 8784
Con sentenza n. 1189/2013 la Corte d’appello dell'Aquila, nel riformare la sentenza del Tribunale di Lanciano, aveva rigettato la domanda di un lavoratore, proposta nei confronti di una società per azioni, riguardante l'impugnativa del licenziamento intimatogli dalla medesima Spa per aver partecipato ad una serata danzante durante la fruizione del permesso per assistere la madre disabile in situazione di gravità.
La decisione della Corte del merito, nel caso in esame, si basava sul presupposto che “non rilevava il tipo di assistenza che il lavoratore doveva fornire alla propria madre handicappata, quanto piuttosto la circostanza che il lavoratore aveva chiesto un giorno di permesso retribuito - ex art. 33, terzo comma, della legge n. 104 del 1992, come modificata dalle leggi n. 53 del 2000 e n. 183 del 2010 - per dedicarsi a - qualcosa che nulla aveva a che vedere con l'assistenza", e che il medesimo lavoratore “aveva usufruito di una parte di questo permesso per finalità diverse da quelle a cui il permesso mirava, giacché, essendo il permesso richiesto finalizzato all'assistenza di persona portatrice di handicap, egli non poteva chiedere il predetto permesso per altra finalità del tutto estranea all'assistenza"; di conseguenza, secondo i giudici ciò implicava "un disvalore sociale giacché il lavoratore aveva usufruito di permessi per l'assistenza a portatori di handicap per soddisfare proprie esigenze personali scaricando il costo di tali esigenze sulla intera collettività, stante che i permessi sono retribuiti in via anticipata dal datore di lavoro, il quale poi viene sollevato dall'ente previdenziale del relativo onere anche ai fini contributivi e costringe il datore di lavoro ad organizzare ad ogni permesso diversamente il lavoro in azienda ed i propri compagni di lavoro, che lo devono sostituire, ad una maggiore penosità della prestazione lavorativa".
Ne conseguiva, secondo la Corte d’appello, che "proprio per gli interessi in gioco, l'abuso del diritto, nel caso di specie, era particolarmente odioso e grave ripercuotendosi senz'altro sull'elemento fiduciario trattandosi di condotta idonea a porre in dubbio la futura correttezza dell'adempimento in quanto sintomatica di un certo atteggiarsi del lavoratore rispetto agli obblighi assunti".
Avverso la decisione della Corte d’appello dell’Aquila, il lavoratore interessato ha presentato ricorso in cassazione.
Secondo i giudici della Cassazione, costituisce, invero, principio consolidato nella giurisprudenza della medesima Corte “l'affermazione secondo la quale in materia di licenziamento disciplinare, il principio di necessaria pubblicità del codice disciplinare mediante affissione in luogo accessibile a tutti non si applica nei casi in cui il licenziamento sia irrogato per sanzionare condotte del lavoratore che concretizzano violazione di norme penali o che contrastano con il cosiddetto ‘minimo etico’ (Cass. 3 ottobre 2013 n. 22626; v. anche Cass. 18 settembre 2'009 n. 20270 secondo cui in tema di sanzioni disciplinari, la garanzia di pubblicità del codice disciplinare mediante affissione in luogo accessibile a tutti non si applica laddove il licenziamento faccia riferimento a situazioni concretanti violazione dei doveri fondamentali connessi al rapporto di lavoro)”.
In definitiva, alla luce della sentenza 8784 della Corte di cassazione, diviene licenziabile il lavoratore che utilizza i permessi ex legge n. 104/1992 per finalità diverse da quelle assistenziali al familiare in situazione di disabilità grave.
Fibromialgia - Malattia non riconosciuta
Osimo, ha una malattia non riconosciuta
e deve curarsi da solo a costi altissimi
OSIMO - "Siamo malati ma nessuno ci vede, vogliamo che le istituzioni e la politica si facciano carico di noi e affronti un problema reale". Andrea Santilli, 36 anni, operaio osimano, è stanco di essere ignorato e ha iniziato la sua crociata per essere difeso dallo Stato in quanto malato cronico. Si scrive Fibromialgia, si intende "una vita cambiata per sempre" spiega Andrea. Una vita di convivenza col dolore, una lotta per sopravvivere, per essere riconosciuto, per imparare i propri limiti. Non chiamatela malattia rara, in tanti probabilmente ne sono affetti ma non lo sanno, soprattutto in Italia, confondendola con depressione, celiachia o problemi tiroidei. Il Belpaese è uno dei pochissimi in Occidente a non riconoscere pubblicamente l'esistenza della patologia e dunque a non tutelare chi ne è affetto. Si stima che oltre due milioni di italiani ne soffrano. E' in sostanza una sindrome caratterizzata da dolore muscolo scheletrico cronico diffuso e perdita di sonno: una carenza di vitamina D e di serotonina che inevitabilmente influisce anche sull'umore e per questo finora la medicina tradizionale l'ha ritenuta malattia psicosomatica, seguita invano da psichiatri. Ma negli ultimi anni ad occuparsene è stata la reumatologia e, solo ora finalmente, la neurologia. Alla Fibromialgia sono infatti legate anche l'Encefalomielite mialgica benigna, una patologia invalidante di origine infiammatoria che coinvolge cervello e midollo spinale, e pure la Sensibilità chimica multipla, ovvero una patologia progressiva che provoca allergie alimentari, chimiche e ambientali con danni gravi su vari organi. Andrea, già invalido civile per problemi di statura e vista, ha scoperto di essere un malato di Fibromialgia la vigilia di Natale dell'anno scorso. "Ho dolori diffusi, sensazione perenne di stanchezza, perdita di memoria, ho difficoltà a lavoro ma nessuno mi capisce, sono pochi -rivela Andrea- i dottori che legano questi sintomi alla Fibromialgia, in tanti ci sottovalutano, serve formazione e attenzione da parte della Regione per riconoscere questa malattia e aiutarci seriamente". Il suo appello è lanciato assieme a Antonella Moretto, 42 anni, anconetana, barista. Lei è la referente marchigiana dell'Anfisc, l'associazione che cerca di tutelare i diritti dei malati di Fibromialgia e che ha sede in Veneto: "Vorremmo aprire una sede anche nelle Marche per aiutare chi soffre di questa malattia", annuncia Andrea. La loro lotta è far riconoscere ufficialmente la malattia dal Ministero della Salute e ottenere il giusto sostegno ai malati. "Spesso dobbiamo curarci con degli integratori alimentari, con l'agopuntura, con la fisioterapia ma non siamo esentati e i costi solo altissimi", ha rivelato Antonella, che si è rivolta anche a Gianluca Busilacchi, presidente della commissione Sanità in Regione. "Speriamo che dopo il voto il prossimo consiglio regionale si occupi di noi e approvi la proposta di legge già depositata dal consigliere Graziella Ciriaci, altrimenti -dice Antonella- avvieremo la raccolta firme come fatto in Veneto, unica Regione assieme alla Lombardia e alle Province autonome di Trento e Bolzano ad aver deliberato una legge per la tutela dei malati come noi".
Corriere Adriatico Venerdì 29 Maggio 2015
Distributori carburanti
Distributori Self service di carburanti
Self service assistito nei distributori di benzina. Potrebbe sembrare un paradosso, che un servizio “fai da te” preveda l’assistenza di un operatore, ma accade veramente. In Italia. In Puglia. La regione più bella del mondo ha approvato all’unanimità la proposta di legge del consigliere Davide Bellomo che permette a tutti i portatori di handicap, che non possono utilizzare da soli le postazioni di rifornimento, di rifornire la propria auto al prezzo self service ma godendo ugualmente dell’aiuto del benzinaio. Un risparmio, ha detto il consigliere regionale del Movimento Politico Schittulli, che supera anche i 10 centesimi a litro. Fino a ieri, infatti, fare benzina a prezzo agevolato era una possibilità preclusa a tutti i disabili: arrivando in una stazione di servizio, date le loro condizioni, non potevano far altro che chiedere l’aiuto del personale. Da oggi, le cose cambiano. La Puglia è la prima e unica regione in Italia che ha preso una decisione così importante e già altri consigli regionali ne vogliono seguire le orme.
Non è l’unico traguardo che i disabili pugliesi hanno raggiunto recentemente. Grazie ad una giunta sempre più sensibile a questo tema, nasce il Garante dei diritti delle persone disabili. Istituendo questa figura, l’obiettivo dell’amministrazione è quello di velocizzare e facilitare tutte le procedure amministrative presso gli uffici pubblici del territorio che spesso e volentieri rallentano e ostacolano l’accesso ai servizi dei disabili e delle loro famiglie.
Articolo a cura di
BENZINA. TARIFFA SELF SERVICE PER I DISABILI
A proporlo è il rappresentante del movimento peloritano democrazia disabile che chiede alla Regione di seguire la legge applicata in Puglia
MESSINA | La regione Puglia ha imposto per “legge” ai gestori dei rifornimenti di carburante operanti sul territorio regionale, di applicare ai disabili la tariffa ridotta del self service anche se per ragioni inerenti all'handicap deve intervenire l'operatore.
Di fatto accade che se l'auto del disabile si presenta alla pompa dove funziona il self service, dovendo intervenire l'operatore, la tariffa applicata è quella intera con un aggravio dei costi di rifornimento.
A renderlo noto è il rappresentante del Movimento Peloritano Democrazia Disabile, Mario Midolo, che sostiene la necessità di arrivare ad una soluzione similare anche in Sicilia.
ha ricordato Midolo - è auspicabile che anche la Regione Sicilia si faccia carico di un provvedimento analogo che sarebbe un ulteriore piccolo passo verso quella "giustizia sociale" che tutti noi auspichiamo. Il Movimento Peloritano Democrazia Disabile – ha concluso il rappresentante - chiede ai nostri parlamentari regionali che si facciano carico di una iniziativa simile e che rendano ai disabili la vita da automobilisti un pochino meno difficile di quanto già sia di per sé”.
Fonte: Quotidiano On-line ”Messinaoggi”
- Questa è una e-mail inviata al sito di Aniep-Ancona da Renè il 14/09/2010
Un gran problema riscontro con i rifornimenti di carburante per l’auto. Oramai quasi tutti i distributori hanno il “fai da te” e nei giorni festivi difficilmente trovi aperti il “servito”. Per noi disabili non rimane facile fare il rifornimento.