Comune di Ancona consegna certificati
Descrizione:
Modalità per ottenere il servizio:
La certificazione a domicilio può essere ottenuta mediante:
- telefono: 071 222 2206
- e-mail: nicolina.fiscaletti @ comune.ancona.it
Requisiti:
La certificazione può essere ottenuta da chiunque sia in possesso dei dati esatti a cui il certificato si riferisce e che gli eventi da certificare siano avvenuti nel Comune di Ancona.
Costi:
- Euro 1,56 per spese di consegna;
- euro 0,26 per certificazioni in carta semplice;
- euro 0,52 per certificazioni in bollo più imposta di bollo di euro 14,62
Documentazione da presentare:
Il cittadino al momento della richiesta telefonica deve specificare il tipo, il numero e l'uso che intende fare del certificato stesso. Tale ultima informazione serve all'Ufficiale di Anagrafe al fine dell'applicazione o meno dell'imposta di bollo.
lunedi, mercoledì, venerdì dalle 9 alle 12.30
martedì e giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 alle 17
N.B. Per i Commenti scrivere una e_mail a This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. con oggetto il titolo dell'articolo e come firma il proprio username.
Scooter BYCO
Lo scooter per disabili BYCO è un praticissimo compagno di viaggio.
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RICHIUDERLO per riporlo agilmente nel bagagliaio dell’auto o nel pratico trolley da
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CARATTERISTICHE TECNICHE
MOTORE: BRUSHELESS 36 Volt 250 Watt
CONTROLLER: MOSFET 36 Volt 15 Amp AUTOPROTETTO
MARCIA: AVANTI – INDIETRO
VELOCITA'
- LUOGHI PUBBLICI: 6 Km/h PRE IMPOSTATA
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AUTONOMIA: Km 20 IN PIANO CON CONDUCENTE 80 Kg.
BATTERIA: LITIO 36 Volt 10 A/h Kg.4 CON INDICATORE DI CARICA
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RUOTA ANTERIORE: 12” (305x63) GONFIABILE
RUOTE POSTERIORI: 5" (315x114) GONFIABILI
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- IN ORDINE DI MARCIA: Larghezza cm 60 - Lunghezza cm 106
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INFO:
Meccanica Bertazzoni di Bertazzoni Alberto
Via XXV Aprile, 9
42044 - GUALTIERI (RE) Italy
P. IVA 01248750356
Tel. +39 0522 828590
Fax + 39 0522 220241 -
Sito Web: www.bertazzoni.it
E-Mail: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.
Note dalla Redazione
Sul sito disabili.com potete visualizzare il prodotto ed accedere ad altre informazioni.
Inchiesta Famiglie con Down
Vengono lasciate sempre più sole le famiglie di persone con sindrome di Down
Una ricerca del Censis, realizzata dalla Fondazione Cesare Serono, in collaborazione con l'AIPD (Associazione Italiana Persone Down), ha fotografato il vissuto delle persone con sindrome di Down e delle loro famiglie, tra servizi carenti e difficoltà a trovare lavoro. Il 53% delle famiglie interpellate si è dovuto muovere autonomamente per trovare la sede adatta ai servizi riabilitativi, il 40,1% si è rivolto al privato - a pagamento intero - per la carenza di strutture pubbliche e il 56% dei maggiorenni ha difficoltà a trovare un qualsiasi impiego.
Sono state realizzate due indagini che hanno coinvolto direttamente le persone con disabilità e le loro famiglie e hanno approfondito il loro vissuto, in relazione alla sindrome di Down e al morbo di Parkinson.
La ricerca, effettuata su un campione di 315 famiglie italiane, mette sostanzialmente in luce una serie di problemi vissuti quotidianamente dalle famiglie stesse.
Servizi riabilitativi e prospettive per il futuro
I servizi riabilitativi sono sempre più ridotti e le famiglie devono ricorrere a strutture private a pagamento per far sì che il proprio figlio possa avere un trattamento di fisioterapia, logopedia o psicomotricità.
Nel dettaglio risulta che il 53% delle famiglie si è dovuto arrangiare per trovare la sede adatta e che il 32% deve combattere con le liste d'attesa. E a pagare le distanze tra la propria abitazione e lo studio del medico sono soprattutto le famiglie del Mezzogiorno. «54,5 chilometri contro i 22 indicati mediamente nelle Regioni del Centro e i 17,2 del Nord», spiega Maria Concetta Vaccaro, responsabile per il Welfare del Censis, che ricorda anche come l'attenzione pubblica riservata generalmente alle persone con sindrome di Down si concentri sui bambini. Ma le persone crescono, e con gli anni la loro disabilità diventa più vincolante in termini di autonomia e di qualità della vita.
In pratica, quanto più le persone con sindrome di Down si avvicinano all'età adulta, tanto più emergono nel confronto con i coetanei le loro difficoltà in termini di autonomia, anche in funzione di quanto il contesto sociale con il quale si confrontano sia in grado di valorizzarne le abilità e le capacità. La permanenza in famiglia è infatti la prospettiva per il futuro indicata nel 50% dei casi per le persone con più di 24 anni, anche perché, con il passare del tempo, i familiari prendono sempre più consapevolezza della scarsa disponibilità di soluzioni al di fuori della famiglia stessa.
Esistono infine - sempre guardando alle persone adulte con sindrome di Down -risposte ancora più insufficienti per quanto riguarda le soluzioni abitative, con le famiglie lasciate sole, ciò che al decesso dei genitori costringe i fratelli ad affrontare problematiche gravi e difficili.
Dalla scuola al mondo del lavoro
Quasi tutti i bambini e i ragazzi Down vanno a scuola (il 97% fino ai 14 anni), ma quando crescono diventa sempre più difficile per loro trovare una collocazione sociale: infatti, quasi un adulto Down su quattro (il 23,4%) sta a casa e non svolge nessuna attività.
Il giudizio delle famiglie sulle scuole è generalmente positivo: è buona la qualità della scuola dell'infanzia per il 65%, della scuola primaria per il 56%, di quella secondaria di secondo grado per il 65%. Le problematiche più frequenti riguardano la preparazione degli insegnanti - sia quelli di sostegno (43%), sia quelli ordinari (39%) - e l'impossibilità di ottenere un numero adeguato di ore di sostegno (41%). Meno diffusa è l'esperienza di difficoltà di integrazione con i compagni (16%).
E tuttavia è significativo notare come, all'aumentare del livello di disabilità, i giudizi negativi delle persone intervistate aumentino in modo vistoso, un dato che sembra sottolineare come la scuola sia capace di fare inclusione laddove le problematiche degli alunni rimangono entro un certo livello di complessità, ma che superata tale soglia il sistema manifesti tutte le sue debolezze, cosicchè le famiglie sono spesso costrette ad azioni giudiziarie, per garantire il diritto allo studio del proprio figlio disabile.
Il percorso oltre la scuola dell'obbligo deve poi far fronte a una consistente riduzione delle opportunità di formazione professionale e dunque a sempre meno possibilità di inserimento lavorativo, anche perché i servizi che dovrebbero occuparsene sono molto scarsi e offrono risposte insufficienti, costringendo le persone con sindrome di Down a rimanere a casa, senza un adeguato "progetto vita".
È però al termine del percorso formativo - come già accennato - che emergono le maggiori difficoltà. Le opportunità occupazionali, infatti, si restringono ulteriormente e il 56% dei maggiorenni ha difficoltà a trovare un impiego, di qualsiasi genere, a prescindere dai desideri, dalle capacità e persino da una remunerazione.
Ad avere un'occupazione è l'11,2% dei 15-24enni e il 31,4% degli adulti con più di 25 anni. Nel 70% dei casi, chi ha un'occupazione non percepisce alcun compenso (in particolare il 28,1%) o ne percepisce uno minimo, comunque inferiore alla normale retribuzione per il lavoro svolto.
Fonte Superando
SCLEROSI MULTIPLA
La Regione Marche ha avviato uno studio su una nuova terapia per i pazienti affetti da Sclerosi multipla (SM) con insufficienza venosa cronica cerebrospinale (CCSVI). Si tratta di uno “Studio randomizzato con valutatori clinici e di risonanza magnetica per valutare l’efficacia dell’intervento di angioplastica delle principali vene cerebrali extracraniche in corso di insufficienza venosa cronica cerebrospinale associata a sclerosi multipla”.
L’intervento costituisce una delle prime sperimentazioni a livello nazionale di una nuova terapia e lo studio ha lo scopo di evitare che si realizzino pratiche non professionali e di possibile pericolo per i cittadini. Lo studio randomizzato a direzione ASUR, in attesa del completamento del percorso formativo nell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Ferrara e del parere del Comitato etico, prevede che la Radiologia di Civitanova Marche fornisca la diagnostica incruenta e la Radiologia interventistica di Macerata la correzione terapeutica.
“Comprendiamo le richieste di quanti, malati e familiari, sono in attesa di risposte concrete per i loro bisogni di salute - dichiara il direttore del Dipartimento per la Salute e i Servizi sociali Carmine Ruta - ma, pur avendo effettuato solleciti al Ministero, siamo vincolati all’applicazione delle linee di indirizzo emanate dall’Istituto Superiore di Sanità. Tuttavia l’avvio dello studio risulta una prima modalità di risposta ai malati che, in linea con le raccomandazioni del Consiglio Superiore della Sanità, costituisce un punto di partenza e la base per una successiva possibile diffusione delle necessarie prestazioni a tutti i pazienti affetti da CCSVI e SM”.
Il provvedimento fa riferimento infatti al Consiglio Superiore di Sanità che, a garanzia dei cittadini, ha sottolineato di recente che eventuali procedure di correzione di patologia venosa in pazienti con SM siano effettuate solo ed esclusivamente nell’ambito di studi clinici controllati e randomizzati, approvati da Comitati Etici. In questo contesto il protocollo prevede: una dichiarazione sul conflitto di interessi, le modalità di selezione o di esclusione dei pazienti, le indagini diagnostiche, le modalità metodologiche di esecuzione dei diversi esami e procedure, gli end-point (punti di riferimento) primari e secondari, il monitoraggio degli eventi avversi, le modalità e la cadenza del follow-up (monitoraggio) ed infine le caratteristiche dell’analisi statistica.
Fonte Sveglia Consumatori
Ventilatori Polmonari
14/07/2011
Ventilatori polmonari, il 25% dei malati aspetta oltre 20 giorni per riceverli dal Ssn
Secondo il rapporto presentato oggi da Cittadinanzattiva sull’assistenza protesica, per alcuni dispositivi che incidono sensibilmente sull’autonomia della persona affetta da patologia cronica e che costituiscono dunque presupposto fondamentale per le cure a domicilio (come i ventilatori polmonari e i ventilatori notturni), i dati dell’attesa, che sembrerebbero positivi collocandosi ai primi posti dell’indice, possono essere comunque problematici. Ad esempio, per i ventilatori polmonari il 25% delle autorizzazioni è rilasciato oltre i 20 giorni: un dato
preoccupante, che genera ulteriori conseguenze, poiché quel 25% di cittadini si vede probabilmente costretto a restare in ospedale durante l’attesa dell’autorizzazione.
Per il 29% dei cittadini interpellati, l’attesa complessiva dall’inizio dell’iter autorizzativo fino al momento della ricezione dei dispositivi va da 15 a 30 giorni, ma con punte che arrivano oltre 60 giorni (ad esempio, la carrozzina elettrica si conferma come un dispositivo con lunghi tempi sia di autorizzazione che di consegna), con inevitabili conseguenze per la qualità della vita dei cittadini e il bilancio familiare.
Buone pratiche. Esistono però delle buone notizie, che il rapporto di Cittadinanzattiva mette in luce: una riguarda la fornitura delle sacche per stomie, per le quali l’82% ha dichiarato di non aver atteso più di 15 giorni in tutto. Invece sul fronte degli ausili per la prevenzione ed il trattamento delle lesioni cutanee emerge il dato di circa il 40% di cittadini che hanno atteso da 15 a 30 giorni.
E buone pratiche il rapporto le registra riguardo al miglioramento dei servizi mettendo in evidenza, in particolare, i casi della Asl Torino 1 e di Bologna: la prima con un progetto ispirato allo slogan “far viaggiare le pratiche e non le persone” ha consentito di ridurre al minimo i tempi dell'autorizzazione attraverso il rilascio via e-mail; la seconda ha dapprima regolamentato l'erogazione con procedure omogenee su tutto il territorio aziendale, poi ha avviato un progetto di miglioramento dell'acceso coinvolgendo operatori del servizio protesica, con un passaggio culturale da una visione più burocratica a una reale presa in carico dell'utente. (ep)