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PARERE VERIFICHE INPS

PARERE SULLE VERIFICHE INPS

Molte persone sono a conoscenza dei controlli che l’INPS sta effettuando

per individuare i falsi invalidi.

La nostra Associazione si trova concorde con la necessità di effettuare tali verifiche.

Ciononostante rileva che spesso tali controlli vengono effettuati utilizzando

percorsi inefficaci quando ad essere chiamato in visita è, per esempio,

un disabile come il protagonista di un articolo di Superando.it. che,

cieco dalla nascita, è stato chiamato al controllo.

Ci chiediamo se non sia più efficace  utilizzare le somme spese per dimostrare

la veridicità di patologie conclamate da tempo ed irreversibili, le cui documentazioni sono già in possesso o delle ASL o dell’INPS, per migliorare i servizi sociali.

Si riportano in calce il citato articolo dell’editoriale Superando e un Comunicato stampa dell’ANIDA.

La Redazione

 

Articolo da Superando

Quei costi sociali difficilmente calcolabili

(di Davide Cervellin*)

Se una persona di 43 anni, cieca dalla nascita, viene convocata dall'INPS a una di quelle migliaia di visite volute "per snidare i falsi invalidi" e se in quella Commissione manca proprio l'oculista, si ha un'ulteriore dimostrazione di quanto questi accertamenti siano assolutamente inutili, oltre a generare costi incredibili per il pubblico erario. Senza considerare gli stati d'ansia, la perdita di giornate di lavoro, la necessità di trovare accompagnatori, tutti costi sociali difficilmente calcolabili per i Cittadini con disabilità...
Giorgio, 43 anni, cieco dalla nascita esperto di informatica, soprattutto nel settore delle procedure bancarie, è stato convocato questa mattina insieme a tanti altri in Piazza Insurrezione a Padova, per sottoporsi alla verifica che la Commissione Provinciale dell'INPS sta effettuando per "snidare i falsi invalidi".
Ma, ironia della sorte, nella Commissione - accanto al medico legale e a un altro medico - non c'era l'oculista. E quindi Giorgio ha potuto mostrare agli astanti come a qualsiasi altra persona che incontra ogni giorno per la strada, la sua cruda realtà...
È del tutto evidente che queste convocazioni di accertamento generano costi incredibili per il pubblico erario, dimostrando la loro assoluta inutilità, dal momento che tutte le certificazioni sono già in possesso o delle ASL o dell’INPS, e che mancando un medico specialista, proprio le disabilità borderline [letteralmente "di confine", N.d.R.] sono di difficile individuazione e quindi proprio chi finge di avere una qualche invalidità è di difficile smascheramento.

Ancora una volta questo Paese sceglie strade tortuose e inefficaci per risolvere problemi, quasi che la volontà recondita fosse quella di non risolvere le iniquità che generano sprechi o magari di giustificare come in questo caso il lavoro di medici che invece meglio starebbero in qualche corsia di ospedale.

Nessuno mette in conto l'umiliazione che un disabile vero subisce ogni volta che è costretto a dover dimostrare ciò che ha già dimostrato e che è sotto gli occhi di tutti. C’è quasi una forma di mobbing della Pubblica Amministrazione nei confronti di noi Cittadini che crea dei costi sociali difficilmente calcolabili: stati di ansia, perdita di giornate di lavoro, necessità di trovare accompagnatori ecc. ecc.

Chissà quando la realtà delle cose verrà finalmente colta da questo Stato irreale che non risponde ai bisogni e spreca le sue risorse e tante intelligenze a creare inutilmente sofferenza.

*Presidente del Centro Efesto (Centro Europeo per l'Autonomia delle Persone Disabili), già presidente della Commissione Handicap di Confindustria.

Ultimo aggiornamento (venerdì 19 novembre 2010 12:58)

 

A.N.I.D.A. Onlus

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ITALIANA DIVERSAMENTE ABILI

COMUNICATO 19/11/2010 

LE PRIME RISPOSTE DEI VERI DIVERSAMENTE ABILI

ALLA “CACCIA AI FALSI INVALIDI” ARRIVANO DAI GIUDICI

 

Riprendiamo da dove eravamo rimasti :

il giorno 28-04-2008 al Presidente dell’ A.N.I.D.A. Giuseppe Sannino colpito dal virus della polio all’età di 8 mesi, l’I.N.P.S. di Napoli riduce l’invalidità dal 100% con accompagnamento all’ 80%. 

La sentenza n°25383 emessa dal Giudice di Napoli in funzione del Giudice del Lavoro, il 21-10-2010 riconosce la giusta invalidità 100% con accompagnamento a decorrere dalla data della revoca. 

Prima di rivolgersi alla magistratura, attraverso una corposa corrispondenza furono messi a conoscenza di tale situazione tutte le più alte cariche dell’I.N.P.S., dell’ASL, le maggiori associazioni di medici, istituzioni, politici ed i mass media. Tutti si trincerarono dietro i soliti tecnicismi, formalismi e la solita ingerenza.

A supporto di tale denuncia arrivarono all’associazione centinaia e centinaia di testimonianze di Diversamente Abili preoccupati dal clima creatosi nel Paese. 

Il 28-04-2009 l’A.N.I.D.A. organizzò anche un convegno ad hoc dal titolo “ASL ed INPS A CONFRONTO esistono medici di serie A e medici di serie B”. Purtroppo al convegno non fu data la giusta risonanza dai media. L’obiettivo era quello di sensibilizzare i medici dell’INPS per evitare come purtroppo è accaduto, che diagnosi “sbagliate” colpissero i veri COMUNICATO 19/11/2010 

LE PRIME RISPOSTE DEI VERI DIVERSAMENTE ABILI

ALLA “CACCIA AI FALSI INVALIDI” ARRIVANO DAI GIUDICI

 

Riprendiamo da dove eravamo rimasti :

il giorno 28-04-2008 al Presidente dell’ A.N.I.D.A. Giuseppe Sannino colpito dal virus della polio all’età di 8 mesi, l’I.N.P.S. di Napoli riduce l’invalidità dal 100% con accompagnamento all’ 80%. 

La sentenza n°25383 emessa dal Giudice di Napoli in funzione del Giudice del Lavoro, il 21-10-2010 riconosce la giusta invalidità 100% con accompagnamento a decorrere dalla data della revoca. 

Prima di rivolgersi alla magistratura, attraverso una corposa corrispondenza furono messi a conoscenza di tale situazione tutte le più alte cariche dell’I.N.P.S., dell’ASL, le maggiori associazioni di medici, istituzioni, politici ed i mass media. Tutti si trincerarono dietro i soliti tecnicismi, formalismi e la solita ingerenza.

A supporto di tale denuncia arrivarono all’associazione centinaia e centinaia di testimonianze di Diversamente Abili preoccupati dal clima creatosi nel Paese. 

Il 28-04-2009 l’A.N.I.D.A. organizzò anche un convegno ad hoc dal titolo “ASL ed INPS A CONFRONTO esistono medici di serie A e medici di serie B”. Purtroppo al convegno non fu data la giusta risonanza dai media. L’obiettivo era quello di sensibilizzare i medici dell’INPS per evitare come purtroppo è accaduto, che diagnosi “sbagliate” colpissero i veri Diversamente Abili, con conseguenze drammatiche, che in alcuni casi si sono trasformate in suicidio. 

L’A.N.I.D.A. si rivolge a tutti i veri Diversamente Abili che stanno o che hanno subito la stessa ingiustizia e li invita a non perdere la calma (anche se comprendo che non è facile) perché esistono GIUDICI A BERLINO.  

Una parte della storia è presente sul sito www.anidaonlus.it scorrendo l’ homepage verso la parte finale.

 

Sede: Piazza Cavour, 38  (Na)  –  80137- Napoli

e-mail: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it. Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.     sito web: www.anidaonlus.it  Tel - Fax : 081-4420084

 

MODIFICA LEGGE 104

 

E_MAIL TRASMESSA DALL’ANIEP NAZIONALE IL 17/11/2010

 

Per opportuna conoscenza, inoltro Comunicato stampa della sezione ANIEP di Imperia.

  

COMUNICATO STAMPA: Modificata la Legge 104/1992

PROT. ANIEP 4373 del 16.11.2010

 Il Comitato Direttivo dell'ANIEP desidera informare tutti i Cittadini riguardo le ultime novità sulla ben nota Legge 104 del 1992.

Come evidenziava nei giorni scorsi un articolo apparso sull'edizione online de Il Sole 24 Ore, è in atto in questi giorni (la situazione è in continua evoluzione) un vero e proprio giro di vite sui permessi mensili previsti dalla Legge 104 in merito all'assistenza alle persone disabili.

Il "beneficio", tre giorni di permesso mensile, viene limitato in relazione al grado di parentela e la fruizione dovrà avvenire in forma alternata.

Cioè: un solo lavoratore dipendente per volta, per assistere la stessa persona in situazione di handicap grave potrà avvalersi della Legge 104.

Le novità, contenute nel collegato Lavoro approvato dalla Camera lo scorso 19

ottobre, riscrivono in particolare le condizioni per potere accedere all'articolo 33 della Legge 104, quella appunto relativa all'assistenza nei confronti di parenti con problemi di handicap.

Questa norma, secondo le statistiche del Ministero della Funzione Pubblica, è stata utilizzata nel 2009 da oltre 150mila persone, di cui il 10% tra scuole e comuni ed il 9% nelle aziende ed enti del Servizio Sanitario Nazionale. Il 50% dei casi riguarda figli che assistono genitori, mentre per figli e coniugi disabili la percentuale si aggira intorno al 10%.

Nel collegato Lavoro viene chiarito che il parente o l'affine da assistere deve

essere ordinariamente entro il secondo grado. Per semplificare il discorso, non vale la regola precedente che estendeva il beneficio ai parenti fino al terzo grado, e la norma può essere utilizzata solo per assistere figli, genitori, fratelli, nonni, nipoti diretti, suoceri, generi, nuore e cognati.

Tuttavia, il provvedimento approvato dalla Camera prevede che in alcuni casi si

possa derogare dalla norma ed estendere l'applicazione della Legge 104 art. 33 ai fini dell'assistenza nei confronti di parenti o affini di terzo grado, soltanto però qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap grave abbiano compiuto i 65 anni di età, oppure siano anche essi affetti da gravi patologie o ancora siano deceduti o mancanti (perchè scomparsi, assenti, irreperibili, etc.).

Si prevede, ancora, che un solo lavoratore possa assistere la stessa persona

disabile, mentre viene meno il requisito finora in vigore relativo alla convivenza della persona da assistere.

Un ultimo ritocco viene fatto per i genitori, anche se adottivi: in questi casi - stabilisce il collegato Lavoro - possono continuare ad assistere il figlio con

handicap grave, ma solo in maniera alternata e non più contemporaneamente. In più, i genitori adottivi vedono riconosciuto il diritto all'assistenza al figlio maggiore di 3 anni, ma minorenne.

L'ANIEP, nella sua Sede Provinciale di Piazza Cassini, 12 a Sanremo è a disposizione

di tutti i Cittadini che desiderassero ulteriori chiarimenti.

La Sede (telefax 0184.570090, This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.) apre al pubblico da lunedì a

venerdì dalle 9 alle 12, nonchè il venerdì pomeriggio dalle 15.30 alle 17.

 

Per il Comitato Direttivo

IL LEGALE RAPPRESENTANTE

Isabella PODDA

Uso del PC con un unico impulso

Riceviamo da Superando e trasmettiamo.

Il controllo completo del computer con un unico impulso

Arriva dall'Associazione Unisinf (Unità di Soccorso Informatico) di Torino, si chiama Easymouse 1.3 e consente anche a persone con mobilità ridotta o assente un controllo completo del computer tramite un unico impulso.

 È l'ultima realizzazione di questa Associazione, impegnata nel fornire risposte adeguate a persone con disabilità che ricerchino l'autonomia possibile tramite l'uso del computer.

L'Unisinf di Torino aggiunge in questi giorni agli emulatori di mouse e ai software già realizzati, un nuovo mouse (Easymouse 1.3) che, con un unico movimento residuo, permette il controllo completo del personal computer.
Grazie a questo ausilio, dunque, le persone con mobilità ridotta o assente o con una patologia a rapida evoluzione avranno la possibilità di aprire e chiudere cartelle, visualizzare immagini e documenti, avere accesso ad internet, effettuare ricerche, leggere un quotidiano, usufruire di qualsiasi altra risorsa della rete, mantenere i contatti con l’esterno, leggere o scrivere un'e-mail o accedere al social network preferito. Infatti l'applicazione necessita solo di un impulso per guidare il puntatore del mouse, impulso che può avvenire tramite qualsiasi sensore che abbia un ingresso jack standard da 3.5 mm. o tramite un fingerbutton, ossia un dispositivo applicabile al dito oppure al polso, in modo tale che ad ogni impulso il puntatore del mouse si muova secondo il verso dell'indicatore di direzione a scansione.
Nel sito di Unisinf (cliccando qui) si trova un video con tutte le spiegazioni relative alla applicazione di Easymouse 1.3, che è anche disponibile per prove e valutazioni presso le due sedi torinesi dell’Associazione (Via Varaita, 11/a e Via San Marino, 10), oltre che all’Ausilioteca DATARC (Disabilità e Ausili a Tecnologia Avanzata per la Riabilitazione e la Comunicazione), dove sarà presente anche Tony Brunasso di Unisinf, per fornire eventuali indicazioni e dettagli. (S.B.)

Per ulteriori informazioni: Associazione Unisinf (Unità di Soccorso Informatico) PNLUS, tel. 011 6645832 - 338 3533401, This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it..

Ultimo aggiornamento (giovedì 21 ottobre 2010 13:32)

 

Vita Indipendente

 

 

La Regione Marche ha attivato un progetto biennale di vita autonoma per soggetti con disabilità motoria chiamato Vita Indipendente.

Il servizio, che ha concluso la fase sperimentale il 30 aprile 2010, è stato riconfermato  fino al 2012.

La Regione concorre al finanziamento del 75% della spesa, mentre gli enti locali partecipano per il restante 25%.

In sintesi si tratta di sostenere la capacità di autodeterminazione della persona disabile con gravi limitazioni nell’autonomia personale, attraverso l’autogestione dell’assistenza.

Per approfondire l’argomento, vi proponiamo l’articolo di Superando “Senza Vita Indipendente nulla per me sarebbe possibile”.

Per la normativa della Vita Indipendente potete collegarvi al sito www.regione.marche.it

Senza Vita Indipendente nulla per me sarebbe possibile

(Intervista a Elisabetta Gasparini*)

Sono parole di Elisabetta Gasparini, una delle persone più attive all'interno del Movimento Italiano per la Vita Indipendente, che conobbe questa filosofia di vita nell'ambito di un progetto europeo nel 1998 e fu subito un "amore a prima vista"

Bionda, occhi che sorridono. A 18 anni si sposa, lascia la casa dei suoi genitori che è ancora molto giovane, viaggia per tutto l'Oriente, si laurea in lingue orientali, è una delle persone più attive all'interno del Movimento italiano per la Vita Indipendente delle persone con disabilità. L'entusiasmo che affiora ogni volta che Elisabetta Gasparini parla di autodeterminazione della persona disabile, la sua lucida capacità d'analisi e la lunga esperienza "sul campo" fanno di lei una delle maggiori esperte di Vita Indipendente (intesa come assistenza personale autogestita) nel nostro Paese. Intervistarla è interessante e piacevole. La ringraziamo molto per la disponibilità. (Simona Lancioni)
Una volta hai detto: «Per me non è semplicemente una cosa che fa bene alla vita, è una cosa senza la quale la mia vita non sarebbe possibile». Come nasce il tuo "amore" per la Vita Indipendente delle persone con disabilita?
«Ho conosciuto Vita Indipendente nel 1998 nell’ambito di un progetto europeo con il Comune e la UILDM di Venezia (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), fortemente voluto del presidente nazionale di allora dell'Associazione Roberto Bressanello. Vi partecipai come corsista con altre trenta persone con disabilità ed fu un vero "colpo di fulmine", un "amore a prima vista", per le idee, la filosofia e l’operatività che ne poteva conseguire in tutti i campi. Un gruppo di persone con disabilità della cooperativa svedese STIL vennero a Venezia e successivamente alcuni di noi andarono a Stoccolma. Ci parlarono dell’Assistenza Personale e mi bastò un attimo per capire, quando una delle ospiti svedesi, una ragazza di 17 anni che si chiamava Emily, semisdraiata sulla sua carrozzina allungata, ci disse: "La vita dei bambini con disabilità grave è continuamente controllata. Ho sempre avuto bisogno di tutto, anche del respiratore e mia mamma era quasi sempre con me. Ho avuto la mia prima Assistente Personale a 14 anni, lei ne aveva 19. Con lei un giorno ho marinato la scuola. Naturalmente sono stata poi scoperta perché dalla scuola avevano telefonato a casa per sapere se stavo bene. Quando ha saputo cosa era successo mia mamma ha sgridato la mia Assistente Personale. Io mi sono arrabbiata e le ho detto che doveva prendersela con me perché la decisione era stata mia. Volevo farlo. Lo fanno tutti i ragazzi". C’era tutto: autodeterminazione, scelta, assunzione di responsabilità, per un breve momento parità di opportunità».
Puoi descriverci brevemente com'è articolato il tuo progetto di Vita Indipendente?
«Negli anni è stato molto variabile, a seconda delle mie diverse esigenze che mutano con progressione. Oggi ho una ragazza che viene alle 7 e mezza la mattina, mi alza, vado in bagno, mi lavo, vesto ecc., faccio colazione, mi passa il computer e quello che mi serve per la mia attività, mi aiuta in casa, mi accompagna e aiuta in piscina ecc.
Nella tarda mattinata ho un altro assistente, un ragazzo con il quale vado a camminare con una terza persona (per camminare mi servono una persona a destra e una a sinistra per l’equilibrio) e che viene anche due o tre volte nella giornata, sino a sera, con un orario spezzettato. Lui mi accompagna anche nelle trasferte, che sono molte perché sono spesso in giro. Fino a poco tempo fa mi accompagnavano Assistenti Personali diversi. Poi c’è la domenica. Ho una discreta rete di assistenti o ex assistenti che posso chiamare in caso di necessità. La sera e la notte sono con il mio compagno. Il finanziamento che ricevo copre circa la metà delle spese che sostengo».

Com'è cambiata la tua vita da quando fai Vita Indipendente?
«Fortunatamente non è cambiata molto. Riesco a fare quasi tutto quello che voglio, come prima. Solo che il prima a cui mi riferisco risale a quando ero ancora autosufficiente. Con questa chiave di lettura è un successo».
Quali sono - a tuo giudizio - i punti critici e gli errori più comuni nella gestione dell'assistenza personale autogestita?
«Nella mia esperienza l’unica cosa che considero un errore è stata l’assunzione, per un breve periodo, di un'amica. Non favorisce la divisione dei ruoli. In generale mi sembra che i punti critici derivino spesso da una mancata chiarezza negli accordi sulle mansioni e sugli orari».
Vuoi esprimere qualche considerazione in merito al rapporto con gli/le assistenti personali?
«Mi sono sempre trovata benissimo con i miei Assistenti Personali e spero anche loro con me. Abbiamo ottimi rapporti, anche al di fuori dell’orario di lavoro. Tuttavia mi sento di fare delle considerazioni che ritengo molto importanti e che riguardano il mantenimento della privacy. A volte si rischia l’intromissione reciproca. Per questo è necessario chiarire sin da subito che niente che riguardi la mia o la sua sfera personale è raccontabile, io faccio richieste per quel che riguarda tempi, mansioni e modalità di esecuzione e il mio Assistente Personale può decidere se dirmi di sì o di no senza giustificarsi o raccontarmi cos’altro deve fare se non è disponibile.
I miei amici hanno naturalmente rapporti amichevoli con i miei Assistenti Personali e viceversa, ma questo non è un obbligo reciproco; è un rapporto tra datore di lavoro e dipendente e ognuno di noi ha la sua vita; passare molto tempo insieme non comporta necessariamente coinvolgimento nelle attività o condivisione delle amicizie».
In base alla tua esperienza, hai riscontrato significative differenze tra uomini e donne nel modo di gestire l'assistenza personale?
«Sinceramente no».
L'assistenza personale autogestita può aiutare una donna con disabilità ad esprimere la propria femminilità? E se sì, in che modo?
«L’Assistente Personale può aiutarmi nella cura della mia persona e del mio aspetto, ma questo secondo le mie disposizioni. L’espressione della mia femminilità non ha nessuna relazione con l’Assistente Personale».
Hai qualche aneddoto divertente legato al "fare Vita Indipendente"?
«La mia prima splendida Assistente Personale per le trasferte era una studentessa universitaria di lingue orientali. Per il suo reperimento avevo messo un’inserzione nella bacheca della Casa dello Studente. Quando si è laureata e doveva partire per la Cina per un periodo molto lungo, le chiesi se conosceva qualche altra studentessa interessata a questo lavoro. Lei mi presentò la mia seconda Assistente Personale. Mi invitarono in Svizzera, a Bellinzona, per parlare di Assistenza Personale per la Vita Indipendente in un convegno molto ben organizzato.
Dopo un pomeriggio in cui si parlava di persone con disabilità non più "oggetti di cura", ma "soggetti protagonisti" della propria vita, di scelte, di autogestione, autodeterminazione e così via, fummo entrambe intervistate in diretta da una TV locale. Le chiesero come ci eravamo conosciute e lei rispose candidamente con il suo spiccato accento fiorentino, rivolta a me: "Me l'ha passata una mia amihha!"».

*Intervista realizzata da Simona Lancioni e pubblicata dal Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare)

 

Ultimo aggiornamento (martedì 24 agosto 2010 13:07)

 

 

IL MALCOSTUME PERMESSI

STRISCE BLU E DISABILI

Bene denunciare il malcostume, ma occupiamoci anche di «veri invalidi»!

La "caccia al contrassegno" per persone con disabilità - anche da parte di chi non ne ha i requisiti o di chi usa impropriamente il pass - è purtroppo un dato di fatto, che una rivista come «Quattroruote» fa bene a denunciare e a documentare con l'abituale serietà. Sarebbe però giusto occuparsi un po' più spesso anche di certi disagi vissuti dai "veri invalidi", come quelli provocati dalla mancata uniformità tra contrassegno europeo e contrassegno italiano o quelli successivi alla Sentenza della Corte di Cassazione sul parcheggio delle persone con disabilità tra le strisce blu, che alcuni Comuni ignorano, mentre altri pretendono il pagamento della sosta


Sembra proprio che nelle città italiane sia in corso una vera e propria "caccia al contrassegno" per persone con disabilità e Napoli e Bologna ne sarebbero le "capitali": è quanto emerge da un'inchiesta pubblicata qualche settimana fa dallo "storico" periodico «Quattroruote», che oltre a presentare una tabella riguardante i dati sui permessi in diciannove capoluoghi di Provincia italiani, apre il servizio con qualche cifra specifica. A Napoli, ad esempio, per ogni 10.000 auo che circolano, 416 sono dotate di contrassegno, a Bologna 402. A Palermo, poi, vi è un totale di 15.152 pass.

«Un malcostume tutto italiano - scrive il curatore dell'articolo - quello dell'abuso dei permessi per disabili. Complice la chiusura dei centri storici e l'estensione sempre più massiccia della sosta a pagamento, la richiesta dei tagliandi arancioni è in continuo aumento. Ed è sempre più alta la percentuale di chi ne fa domanda senza averne i requisiti. Basti pensare che in alcune città, come Bari, viene respinto l'85% delle richieste. Chi ha il pass, poi, spesso ne abusa, utilizzandolo anche quando il disabile titolare non è a bordo dell'auto. E non mancano coloro che lo falsificano, sia per circolare senza problemi in corsie preferenziali e zone a traffico limitato sia per parcheggiare negli spazi riservati».

Un ulteriore servizio giornalistico, dunque, centrato per lo più sui "falsi invalidi". In tal senso lo abbiamo apprezzato - anche per la documentazione proposta - anche perché, come sempre, certe "brutte abitudini" alla fine ricadono pesantemente proprio su chi ha veramente diritto a quel contrassegno.


Ora però suggeriamo a «Quattroruote» e ad altri periodici di riconosciuta serietà, di dare spazio più spesso anche ad alcuni disagi vissuti dai "veri invalidi", ad esempio occupandosi di un paio di questioni che da queste pagine denunciamo ormai da anni. Ci riferiamo in particolare al problema non certo risolto della mancata uniformità tra contrassegno europeo e contrassegno italiano (il nostro ultimo aggiornamento sulla questione è disponibile cliccando qui, ove vengono citati anche vari altri articoli precedenti) o alla situazione di disagio creatasi dopo quella Sentenza della Corte di Cassazione (n. 21271 del 5 ottobre 2009), riguardante il parcheggio delle persone con disabilità tra le strisce blu, che pur non obbligando i Comuni ad abrogare i loro regolamenti - com'è successo ad esempio a Parma o ad Ancona - in altri casi, come accade proprio a Napoli e a Palermo, vede invece l'Amministrazione Municipale pretendere i pagamenti (l'ultimo nostro articolo su tale questione è disponibile cliccando qui). Anche queste, infatti, sono situazioni che meriterebbero maggiore visibilità. (Stefano Borgato)

Al servizio di «Quattroruote» cui si fa riferimento nel presente testo si accede cliccando qui. Ringraziamo per la segnalazione Elio Antonucci.

 (Articolo rilevato dall'informativa di "SUPERANDO")



 

 

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