TORINO SENZA BARRIERE
TORINO SENZA BARRIERE
«La tua prima volta a Torino» diventa accessibile
La volontà dell'Agenzia Turismo Torino e Provincia, la verifica di Turismabile (il progetto della Regione Piemonte gestito dalla Consulta per le Persone in Difficoltà), la disponibilità a fare da "sperimentatore" di Fabrizio Marta, in arte "Rotex", il "blogger giramondo" in carrozzina: tutto ciò ha prodotto un prezioso risultato, vale a dire l'accessibilità dell'itinerario denominato "La tua prima volta a Torino", praticabile ogni sabato mattina a partire dall’8 maggio, il «miglior benvenuto che la nostra città potesse offrire a tutti coloro che vengono a visitarla», come ha commentato Paolo Osiride Ferrero, presidente della Consulta
Un turismo senza barriere, accessibile e fruibile da tutti, proprio da tutti. È con questo desiderio e aspettativa che Turismo Torino e Provincia ha fatto in modo che l’itinerario cittadino denominato La tua prima volta a Torino diventasse accessibile. Proposto infatti come servizio di visita guidata nel centro storico a chi giunge per la prima volta nel capoluogo piemontese, oggi è finalmente fruibile anche da parte delle persone con difficoltà motorie.
«Si tratta di un prestigioso traguardo - sottolinea Livio Besso Cordero, presidente di Turismo Torino e Provincia - che abbiamo raggiunto e a cui la città guardava da molto per renderla una vera e propria case history* a livello italiano. Siamo quindi orgogliosi di permettere a tutti di conoscere la nostra storia e di scoprire i nostri luoghi, considerando che il "turismo per tutti" è poco sfruttato e quasi sconosciuto, ma con un potenziale davvero elevato; basti pensare ai circa 900 milioni di potenziali clienti in tutto il mondo. Ma soprattutto ci piace sottolineare che ancora una volta la nostra città ci permette di fare una scelta che è segno e simbolo di rispetto e di civiltà».
Fabrizio Marta, «Rotex», in Piazza San Carlo a TorinoTutti clienti, dunque, che d'ora in poi potranno tranquillamente partecipare al giro per la città di Torino che si effettua ogni sabato mattina. La valutazione dell’accessibilità è stata infatti condotta considerando le esigenze di mobilità di una persona con disabilità motoria da parte della CPD (Consulta per le Persone in Difficoltà), attraverso il Progetto Turismabile voluto dalla Regione Piemonte, il cui obiettivo principale è quello di migliorare la vita di chi ama viaggiare, facilitando l’accesso ai luoghi d’interesse e permettendo un completo utilizzo dei servizi turistici offerti da un territorio.
Come evidenzia Paolo Osiride Ferrero, presidente della CPD, «integrare i servizi offerti ai turisti con l’attenzione necessaria a permetterne la fruibilità da parte delle persone con esigenze particolari è l’obiettivo che Turismabile persegue fin dalla sua istituzione, nel 2007. In questo senso intendiamo andare oltre al tradizionale concetto di "turismo sociale" per realizzare pienamente un turismo per tutti che consideri finalmente anche i turisti con esigenze particolari come clienti a tutti gli effetti. Abbiamo trovato in Turismo Torino e Provincia identità di vedute e fini e questo ci ha permesso, grazie al lavoro dello staff dell’Agenzia Turistica e dei nostri tecnici, di realizzare un itinerario per tutti alla scoperta del capoluogo, fiore all’occhiello del turismo piemontese. Si tratta, mi sia permesso dirlo, del migliore benvenuto che la nostra città potesse offrire a tutti coloro che vengono a visitarla. Un obiettivo che siamo certi sarà un punto di partenza per altre iniziative realizzate congiuntamente».
Ecco quindi che La tua prima volta a Torino può essere percorso in modo autonomo da una persona in carrozzina, prestando comunque attenzione ad alcuni elementi di disagio, quali i risalti e la scabrosità delle superfici degli elementi di pavimentazione, i giunti di congiunzione di larghezza (e spesso anche di profondità) eccessiva o talune irregolarità, come gli avvallamenti, le buche o i lastricati sconnessi.
Per la descrizione dell’itinerario, lasciamo la parola a chi ha trasformato la sua passione in mestiere, al "blogger giramondo" Fabrizio Marta, in arte "Rotex", il "viaggiatore rotante": «È stato un vero piacere essere invitato dalla CPD ad intraprendere l’Eductour che mi ha dato la possibilità di sperimentare l'effettiva accessibilità di Torino, così da bearmi della sua bellezza. Il tour parte da Piazza Castello e per circa due ore si scoprono i principali monumenti della città (Palazzo Madama, Palazzo Reale e il Duomo, solo per citarne alcuni), con visita finale al Museo Egizio. Mi piace "srotellare" per le vie di Torino, il centro storico è totalmente accessibile. Nei miei ricordi avevo in mente una Torino grigia e anonima, ma ora non ritrovo nulla di quel grigiore, anzi trovo molta luminosità e palazzi bianchi, grandi piazze, che ti fanno venire voglia di stare all’aperto e passeggiare per ore. È una città bella e confortevole e noto che molti negozi sono privi di scalini, che nella zona porticata la pavimentazione è di marmo. Come vorrei che tutto il mondo avesse passaggi pedonali di marmo! Forse è eccessivo, però sogno per un attimo!».
«Durante tutto il percorso - continua "Rotex" - non ho bisogno di alcun aiuto e questo significa che Torino ha un’ottima accessibilità. Molte chiese hanno la pedana e spero che non si tratti di installazioni provvisorie in occasione dell’Ostensione della Sindone. L'intinerario si conclude al Museo Egizio, orgoglio della città (basti pensare alla sfinge che dà il benvenuto all’ingresso di Torino, arrivando dall’A4), totalmente accessibile, con la possibilità, inoltre, di effettuare dei percorsi tattili per i non vedenti. Che cosa ci si può aspettare di più da una città?».
Fabrizio Marta, come detto, è un blogger giramondo, che ha fatto della propria passione per il viaggio un mestiere. Viaggiare lo mette alla prova, facendogli scoprire i limiti e le possibilità. Negli ultimi anni, poi, ha scoperto il fascino del viaggiare da solo, scegliendo quasi sempre mete molto distanti geograficamente, come gli Stati Uniti o l'Australia, che però gli hanno dato l'opportunità e la sicurezza di essere visitate, in quanto assai accessibili, mentre visitare luoghi più vicini - proprio come l'Italia - può diventare un'"impresa estrema", in quanto assai inaccessibili!
"Rotex" ha deciso di iniziare a scrivere dei suoi viaggi da "rotellato", prima di tutto per sensibilizzare sull'abbattimento delle barriere architetoniche, ma anche per incentivare al viaggio coloro che hanno problemi di mobilità. (Silvia Lanza e Davide Prette)
*Una case history è letteralmente la "storia di un caso", ovvero il racconto di un'esperienza specifica realmente accaduta, che in genere esemplifica e spiega una teoria precedentemente enunciata.
La visita guidata La tua prima volta a Torino è praticabile ogni sabato mattina (ore 10-11.30), da sabato 8 maggio, con partenza dall'Ufficio del Turismo in Piazza Castello, angolo Via Garibaldi (costo 8 euro a persona). Per ulteriori informazioni: This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it., This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it..
(Articolo rilevato dall'informativa di "SUPERANDO")
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RICERCA CENSIS SU DISABILITA'
Disabili: Censis, sono 4,1 mln in Italia
Un laureato su 5 non sa cos'e' Parkinson e sclerosi multipla
20 ottobre, 13:46
(ANSA) - ROMA, 20 OTT 2010 - Il 6,7% della popolazione nazionale, circa 4,1 milioni di persone, presenta una disabilita' fisica o mentale: e' quanto stima il Censis. In un'indagine svolta su un campione di 1.500 persone, e' emerso pero' che gli italiani hanno una conoscenza poco approfondita delle malattie che portano alla disabilita'. Solo il 50% delle persone non istruite dice di sapere cosa sono la sindrome di Down, la sclerosi multipla e la malattia di Parkinson. Ma anche tra i laureati non e' poi cosi' diverso
Le disabilità oltre l'invisibilità istituzionale
Le disabilità sono un tema ancora troppo poco presente nell'agenda istituzionale, mentre gravano drammaticamente sulle famiglie, spesso lasciate sole nella cura delle persone disabili. L'attività del primo anno del progetto pluriennale «Centralità della persona e della famiglia nei sistemi sanitari: realtà o obiettivo da raggiungere?», avviato dalla Fondazione Cesare Serono in collaborazione con il Censis, fornisce dati inediti sulla percezione e la stima del peso sociale delle disabilità nella società italiana.
Sanità: ricerca Fondazione Cesare Serono/Censis sulla percezione di sindrome di Down, malattia di Parkinson, sclerosi multipla e autismo
Aumentano le persone disabili, ma scontano invisibilità, ignoranza e pregiudizi
Sono 4,1 milioni. Alla metà degli italiani l’handicap fa paura. Per 9 su 10 i disabili sono accettati solo a parole o emarginati. Duri a morire i falsi miti e i luoghi comuni
Roma, 20 ottobre 2010 – La disabilità fa ancora paura. Sono 4,1 milioni le persone disabili che vivono in Italia, secondo le stime del Censis, pari al 6,7% della popolazione. Le persone disabili suscitano in gran parte degli italiani sentimenti positivi, come la solidarietà (per il 91,3%), l’ammirazione per la loro forza di volontà e la determinazione che comunicano (85,9%), il desiderio di rendersi utili (82,7%). La metà (50,8%) afferma di provare tranquillità, di fronte a una situazione ritenuta «normale». Ma sono diffusi anche sentimenti controversi, imbarazzo e disagio. Il 54,6% degli italiani prova paura, per l’eventualità di potersi trovare un giorno a dover sperimentare la disabilità in prima persona o nella propria famiglia. Poi c’è il timore di poter involontariamente offendere o ferire la persona disabile con parole e comportamenti inopportuni (34,6%). Il 14,2% degli italiani afferma di provare indifferenza, perché il problema della disabilità non li tocca minimamente.
È quanto emerge da una ricerca del Censis sulla percezione sociale delle disabilità, realizzata nell’ambito del progetto pluriennale «Centralità della persona e della famiglia nei sistemi sanitari: realtà o obiettivo da raggiungere?» avviato dalla Fondazione Cesare Serono.
Con sentimenti che oscillano tra la partecipazione umana e la paura, costruire una relazione con le persone disabili è difficile. Due terzi degli intervistati (66%) ritengono che soprattutto le persone con disabilità mentale sono accettate solo a parole dalla società, ma nei fatti vengono spesso emarginate. Quasi un quarto del campione (23,3%) ha un’opinione ancora più negativa, ritenendo che non c’è nessuna accettazione sociale, perché la disabilità mentale fa paura e queste persone si ritrovano quasi sempre discriminate e sole. Solo il 10,7% degli intervistati ritiene che invece sono accettate pienamente e che nei loro confronti c’è disponibilità all’aiuto e al sostegno.
Una percezione sociale ancora lacunosa e distorta. Le disabilità sono un tema ancora troppo poco presente nell’agenda istituzionale, mentre gravano drammaticamente sulle famiglie, spesso lasciate sole nella cura delle persone disabili. Proprio questo è il problema al centro del progetto della Fondazione Cesare Serono. Nel nostro Paese la percezione sociale della disabilità rimane lacunosa e distorta. C’è una disabilità che si vede e una invisibile. La maggioranza degli italiani ha una immagine della disabilità esclusivamente in termini di limitazione del movimento (62,9%), il 15,9% pensa a una disabilità intellettiva (il ritardo mentale o la demenza), il 2,9% a una disabilità sensoriale (sordità o cecità), mentre il 18,4% associa il concetto a un deficit plurimo, ossia alla combinazione di due o più disabilità.
Il 68,7% degli intervistati associa la disabilità motoria negli adulti alle conseguenze di un incidente, il 14,2% la riconduce a una malattia congenita, mentre l’ipotesi di una malattia neurologica viene citata dall’11,1%. Sebbene gli incidenti rappresentino una causa frequente di disabilità, il fatto che solo un italiano su dieci pensa a patologie neurologiche (come la sclerosi multipla, l’ictus o la malattia di Parkinson), che invece hanno un peso rilevante nel determinare la disabilità nelle fasce d’età giovanili e adulte, è sintomatico di una percezione riduttiva e deformata.
Resistono i falsi miti e i luoghi comuni. Ma quanto è diffusa tra gli italiani la corretta conoscenza di alcune specifiche forme di disabilità? L’82,9% del campione afferma di conoscere la sindrome di Down, segue la malattia di Parkinson (66,5%) e la sclerosi multipla (64,9%), mentre il livello più basso di conoscenza si rileva a proposito dell’autismo (noto solo al 59,9% del campione). Ma anche tra chi afferma di sapere di cosa si tratta, le informazioni appaiono generiche e superficiali. E le convinzioni errate sembrano essersi sedimentate, all’interno di una sorta di rumore di fondo informativo, come effetto di una comunicazione mediatica che sul tema è spesso confusa e sensazionalistica.
Tra quanti affermano di conoscere la sindrome di Down, il 55,7% è convinto che nella maggior parte dei casi le persone che ne sono affette muoiano giovani, che non superino i 40 anni di età, mentre in realtà l’aspettativa di vita media per queste persone è oggi superiore ai 60 anni. E appare molto diffuso il luogo comune, ai limiti del razzismo, secondo il quale le persone Down si assomigliano tutte tra loro, sia esteticamente che come carattere, considerato vero da 2 su 3 (il 66%, e il dato raggiunge il 75,6% tra i soggetti meno scolarizzati e rimane comunque maggioritario anche tra i laureati, che lo ritengono vero nel 60,5% dei casi).
Per quanto riguarda la malattia di Parkinson, il 93,2% di quanti affermano di conoscerla sa che causa una serie di disturbi e difficoltà del movimento, ma quasi 2 su 3 (il 61%) la confondono con la malattia di Alzheimer, essendo convinti che i primi sintomi del Parkinson siano le perdite di memoria e il disorientamento nel tempo e nello spazio.
Per quanto riguarda la sclerosi multipla, se in effetti l’87,6% di chi afferma di conoscerla sa che è una malattia che colpisce il sistema nervoso centrale, il 62,7% pensa però che le persone che ne sono colpite perdano rapidamente la mobilità e finiscano presto sulla sedia a rotelle. Il 74,6% ha l’errata convinzione che abbiano un’aspettativa di vita molto inferiore alla media e il 60,7% pensa che con la sclerosi multipla non sia possibile vivere una vita normale.
A proposito dell’autismo, il 90,8% di quanti affermano di conoscerlo crede correttamente che le persone che ne sono affette soffrono di gravi difficoltà nel comunicare e stabilire relazioni con gli altri, ma è duro a morire il luogo comune circa la presunta genialità di queste persone nella matematica, nella musica o nell’arte, che è condiviso da quasi 3 su 4 (il 73%).
LETTERA A MIA FIGLIA
Segnaliamo il libro di Renato Pigliacampo "Lettera a mia figlia" Casa Editrice A:IN:U onlus.
L'autore, noto poeta e studioso di psicolinguistica dei non-udenti, ha scritto questo romanzo dove una madre sorda racconta alla figlia il suo passato: le difficoltà di non udire in una scuola per udenti, la gioia di scoprire la propria identità linguistica e culturale nelle scuole per non udenti.
Un romanzo che ci permette di comprendere cosa significhi sperimetare, vivere e "amare" il silenzio.
Il testo può essere richiesto via email all'editore.
La Redazione
STA ARRIVANDO L'INVERNO E...
pioggia, vento, freddo.
Ciao a tutti.
Perchè ho esordito così, vi chiederete.
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Per esempio, io ho trovato molto interessante la mantella antipioggia.
Buona navigazione.